7 de junio de 2021

Le controversie, le polemiche, i dibattiti e le buone discussioni in 30 tweet di Adelino Cattani

  1. Il discutere è l’unica impresa tipicamente ed esclusivamente umana. Impresa lenta, faticosa, estenuante, ma umana; e libera, quand’è libera (227)
  2. Mettere a confronto senza remore pareri e opinioni in disaccordo è in effetti un ottimo modo per crearsene di propri (16)
  3. [In un dibattito] non sempre vince la tesi migliore, ma quella meglio argomentata, non il discorso ‘giusto’, ma quello giustamente impostato, non l’opinione più ragionevole, ma quella più motivata (13)
  4. Come esperienza e psicologi insegnano, un buon litigio coniugale è salutare per la coppia; così dirsele di santa ragione fa bene anche all’interno delle comunità dei pensanti (14)
  5. Un ragionamento ‘buono’ può significare sia ‘valido’ (nozione logica) sia ‘persuasivo’ (nozione più psicologica) (…) L’ideale sarebbe che un ragionamento valido fosse anche persuasivo (17)
  6. Non c’è teoria, per quanto incredibile e assurda, che non abbia trovato qualche sostenitore (18)
  7. Controversia era il nuovo nome dato da Seneca all’esercizio scolastico destinato a formare professionisti del foro e politici, ma anche cittadini comuni, senza aspirazioni pubbliche, perché l’eloquenza apre la strada ad ogni altra arte (32)
  8. Anche ammesso che non sia possibile ‘insegnare’ a discutere, è certamente possibile ‘educare’ alla discussione, correggendo il modo di discutere, liberandoci da modi sbagliati di farlo (40)
  9. L’interazione più proficua [si produce] quando si ha un conflitto all’interno di un quadro di cooperazione. La conflittualità non è inconciliabile con una buona discussione cooperativa (53)
  10. Un atteggiamento ostile in una disputa riduce le possibilità di consenso da parte da un auditorio neutro (54)
  11. George Herbert: “La calma è un grande vantaggio: chi lascia accalorarsi l’altro, può scaldarsi al suo fuoco” (55)
  12. Quanto più uno è consapevole della complessità delle cose, tanto più terrà conto dei diversi punti di vista e tanto più sarà predisposto al dialogo (55)
  13. La certezza, che non coincide con la verità, porta dritto all’intolleranza, tanto più facilmente quanto più uno la ritiene granitica (57)
  14. Il sintomo più forte di aggressività verbale è la tendenza a attaccare la persona anziché le sue posizioni su un dato punto (…) L’argomento ad hominem prende a bersaglio l’avversario e non la sua tesi (179)
  15. Tre segni particolarmente significativi di aggressività sono gli attacchi alla persona (i cosiddetti argomenti ad hominem), la noncuranza per le idee dell’avversario e l’accentuazione delle divergenze (58)
  16. Se sopprimiamo la discussione non ci resterà che la scomunica (59)
  17. Aristotele invita a non discutere con chiunque. La raccomandazione è ripresa dalla notoria legge di Murphy, per cui si uno discute con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza (88)
  18. Il perfetto polemista è esperto in ritocchi lessicali (108)
  19. Il perfetto polemista pone domande pensate più per confondere che per avere una risposta (…) Chiede e interroga: non per niente ‘ironia’ significa in origine ‘interrogazione’ (119)
  20. Quando si è costretti a combattere anche contro la propria caricatura, o il proprio fantasma, ci si trova un po’ svantaggiati (131)
  21. L’uomo tutto pulito è un contemplativo, un asceta, un mistico, un ‘monologante’ e dialogante caso mai solo con un interlocutore perfetto (che non è di questo mondo) (133)
  22. Anche in un dibattito, in cui non sia giudice unico la nostra coscienza, occorre far apparire alle coscienze altrui il valore della tesi, poiché l’essere senza apparire non basta. L’apparire senza essere è, invece, da sé bastante (149)
  23. Il linguaggio, essendo sostitutivo delle cose, rende possibile la simulazione (152)
  24. La mezza verità: la verità dei fatti non viene rispettata se sono sottaciuti altri fatti connessi ai primi in maniera tale che la loro mancata pubblicizzazione ne muti completamente il significato (156)
  25. Strappare un sorriso è strappare un pezzo di consenso e muovere un passo verso la vittoria (190)
  26. Sia l’avvio sia la conclusione sono due momenti forti del discorso persuasivo, il primo per le opportunità di posizionamento che offre, la seconda per la possibilità di scoccare l’ultima freccia (203)
  27. Pensare al conflitto semplicemente come opposizione fa perdere di vista un elemento essenziale per poterlo capire: la cooperazione (216)
  28. Se due non sono disposti a smuoversi di un pelo dalle loro intime posizioni, discutere diventa un insopportabile surplace, un ‘dibattito immobile’ (223)
  29. In una società democratica, in tutte le situazioni in cui sono in gioco valori importanti lo strumento decisionale è il dibattito (217)
  30. Una deliberazione assunta dopo un dibattito beneficia di un contrassegno di qualità (217)

Adelino Cattani
Botta e risposta. L’arte della replica
Il Mulino
Bologna 2006, 244 pp.

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