3 de septiembre de 2021

30 tweet sul futuro della Chiesa, nella visione di Andrea Riccardi

Andrea Riccardi, La Chiesa brucia, Laterza, Bari 2021.
  1. Oggi si è meno cristiani, ma forse anche meno anticristiani (7)
  2. Sono convinto che, di fronte all'incendio di Notre-Dame, Si sia espresso un “inconscio spirituale e teologico”, al di là del circuito dei cattolici praticanti (8)
  3. Quando si aprono vuoti, si capisce il valore delle presenze che si perdono (24)
  4. La perennità è assicurata alla Chiesa non alle Chiese; le singole Chiese sono corresponsabili del loro futuro, la loro sopravvivenza è legata alla loro risposta (18)
  5. Parigi è stato un vero laboratorio dell'incontro tra Chiesa e mondo moderno. Con momenti di grande durezza (24)
  6. La crisi o la ripresa del cattolicesimo europeo peseranno su quello universale (63)
  7. L'impostazione dei valori non negoziabili rischia di rendere la chiesa “alleata di fatto” a forze da lei non scelte, con il rischio di scivolare in una qualche subordinazione (82)
  8. Per chi, come chi scrive, cominciava a studiare la storia del cattolicesimo a metà degli anni Settanta, le democrazie cristiane erano il presente, mentre il nazional-cattolicesimo ho il clerico-fascismo erano il passato. Oggi è il contrario (88)
  9. I problemi che oggi la Chiesa va affrontando non sono poi così diversi dalle prime mobilitazioni evangelizzatrici (90)
  10. Vivere la Chiesa è essere una comunione di donne e di uomini, il che ha una radice ecclesiologica profonda nel sacerdozio battesimale dei fedeli (106)
  11. Il tramonto della cultura degli obblighi ha condotto a una valorizzazione del giudizio soggettivo del cattolico. O forse la vittoria del soggettivismo ha messo in crisi la cultura degli obblighi. I due processi convergono (114)
  12. Non c’è più il sindaco comunista, ma è scomparso soprattutto il prete (127)
  13. La religione si sviluppa attraverso nuove forme di origine recente e cerca di rispondere alle domande di donne e uomini spaesati in un orizzonte globale o nel quadro di un nuovo urbanesimo (133)
  14. Il mondo globale favorisce la personalizzazione della Chiesa nella figura del papa e giunge quasi ad imporre un esercizio carismatico del ruolo (135)
  15. Giovanni Paolo II, capace di mobilitare i sentimenti, temeva una fede deculturata, perché effimera, non trasmissibile tra generazioni, in fondo privatizzata (142)
  16. Francesco ha operato una disintermediazione molto attuale nell’uso dell’autorità: ha parlato direttamente ai fedeli. In questo quadro, però, non c’è stato generalmente un rinnovamento dei corpi intermedi della Chiesa (164)
  17. La Chiesa dei poveri e quella della gratuità, che contesta di fatto il mondo ormai divenuto tutto mercato (166)
  18. L’Eucaristia è l’espressione più chiara della gratuita del cristianesimo (187)
  19. Le nostre sono città di soli, che non si sentono protetti di fronte a un futuro incerto, tra fake news e teorie complottiste, spiegazione magiche o condanne divine. Nella solitudine cresce la paura. La Chiesa e la liturgia rappresentano una rete comunitaria (176)
  20. Il tempo delle discussioni e degli approfondimenti non è quello della veloce comunicazione globale. La disabitudine a parlare, argomentare discutere è sfociata nel insultarsi, scomunicarsi e contrapporsi frontalmente (203)
  21. La chiesa non puoi irrigidirsi nelle sue istituzioni parrocchiali (…), ma popolare l’orizzonte della città globale di presenze ecclesiali molteplici, capacci d’incontro, carismatiche, diversificate, prossime e dialoganti con la gente (207)
  22. Sorokin: “I santi sono esperti produttori di energia-amore che da essi vieni generata in grande quantità e della più pura qualità (231)
  23. Bisogna avere il coraggio, comunicando il Vangelo, di liberare energie costruttive e creative, di suscitarle, di dare fiducia e sostegno a differenti realtà ecclesiali pur nell’imperfezione (234)
  24. La storia del cristianesimo e anche una vicenda di entusiasmo (…) Il grande rischio delle crisi è accontentarsi di sopravvivere, fissi sul presente e confrontandosi solo con un passato migliore (235)
  25. La crisi non è declino, o forse è declino di modelli di ieri. È anche logico che il passato declini: soprattutto la crisi è un passaggio verso il futuro, non solo di generazione, ma di concezione del mondo (239)
  26. Il cristianesimo, più che un’istituzione da conservare il più possibile, è una realtà del nostro futuro. Più che difendere le posizioni del passato o talvolta i loro resti, c’è da realizzare una scoperta del cristianesimo come parte integrante del futuro (239)
  27. Il cristianesimo è uno dei fattori della coesione della società, ma anche della fraternità tra le nazioni. È una garanzia dell’umanità. La parola di Dio non è intrappolata nelle forme di ieri, non passa (240)
  28. Lo spirito del declino porta una “senilità” che spinge a guardare indietro, a non osare, a conservare, ad accettare con rassegnazione la modestia del presente (140)
  29. Chi crede sa che la storia dei credenti non è solo la propria, ma è animata dallo Spirito. E poi tutto può cambiare! (241)
  30. La storia è piena di sorprese, che sono doni e, allo stesso tempo, realizzazioni umane, frutto delle correnti profonde che abitano la vicenda dei popoli e del mondo (241)

Andrea Riccardi 
La Chiesa brucia. Crisi e futuro del cristianesimo
Editori Laterza
Bari 2021
248 pp.

No hay comentarios:

Publicar un comentario