Andrea Riccardi, La Chiesa brucia, Laterza, Bari 2021. |
- Oggi si è meno cristiani, ma forse anche meno anticristiani (7)
- Sono convinto che, di fronte all'incendio di Notre-Dame, Si sia espresso un “inconscio spirituale e teologico”, al di là del circuito dei cattolici praticanti (8)
- Quando si aprono vuoti, si capisce il valore delle presenze che si perdono (24)
- La perennità è assicurata alla Chiesa non alle Chiese; le singole Chiese sono corresponsabili del loro futuro, la loro sopravvivenza è legata alla loro risposta (18)
- Parigi è stato un vero laboratorio dell'incontro tra Chiesa e mondo moderno. Con momenti di grande durezza (24)
- La crisi o la ripresa del cattolicesimo europeo peseranno su quello universale (63)
- L'impostazione dei valori non negoziabili rischia di rendere la chiesa “alleata di fatto” a forze da lei non scelte, con il rischio di scivolare in una qualche subordinazione (82)
- Per chi, come chi scrive, cominciava a studiare la storia del cattolicesimo a metà degli anni Settanta, le democrazie cristiane erano il presente, mentre il nazional-cattolicesimo ho il clerico-fascismo erano il passato. Oggi è il contrario (88)
- I problemi che oggi la Chiesa va affrontando non sono poi così diversi dalle prime mobilitazioni evangelizzatrici (90)
- Vivere la Chiesa è essere una comunione di donne e di uomini, il che ha una radice ecclesiologica profonda nel sacerdozio battesimale dei fedeli (106)
- Il tramonto della cultura degli obblighi ha condotto a una valorizzazione del giudizio soggettivo del cattolico. O forse la vittoria del soggettivismo ha messo in crisi la cultura degli obblighi. I due processi convergono (114)
- Non c’è più il sindaco comunista, ma è scomparso soprattutto il prete (127)
- La religione si sviluppa attraverso nuove forme di origine recente e cerca di rispondere alle domande di donne e uomini spaesati in un orizzonte globale o nel quadro di un nuovo urbanesimo (133)
- Il mondo globale favorisce la personalizzazione della Chiesa nella figura del papa e giunge quasi ad imporre un esercizio carismatico del ruolo (135)
- Giovanni Paolo II, capace di mobilitare i sentimenti, temeva una fede deculturata, perché effimera, non trasmissibile tra generazioni, in fondo privatizzata (142)
- Francesco ha operato una disintermediazione molto attuale nell’uso dell’autorità: ha parlato direttamente ai fedeli. In questo quadro, però, non c’è stato generalmente un rinnovamento dei corpi intermedi della Chiesa (164)
- La Chiesa dei poveri e quella della gratuità, che contesta di fatto il mondo ormai divenuto tutto mercato (166)
- L’Eucaristia è l’espressione più chiara della gratuita del cristianesimo (187)
- Le nostre sono città di soli, che non si sentono protetti di fronte a un futuro incerto, tra fake news e teorie complottiste, spiegazione magiche o condanne divine. Nella solitudine cresce la paura. La Chiesa e la liturgia rappresentano una rete comunitaria (176)
- Il tempo delle discussioni e degli approfondimenti non è quello della veloce comunicazione globale. La disabitudine a parlare, argomentare discutere è sfociata nel insultarsi, scomunicarsi e contrapporsi frontalmente (203)
- La chiesa non puoi irrigidirsi nelle sue istituzioni parrocchiali (…), ma popolare l’orizzonte della città globale di presenze ecclesiali molteplici, capacci d’incontro, carismatiche, diversificate, prossime e dialoganti con la gente (207)
- Sorokin: “I santi sono esperti produttori di energia-amore che da essi vieni generata in grande quantità e della più pura qualità (231)
- Bisogna avere il coraggio, comunicando il Vangelo, di liberare energie costruttive e creative, di suscitarle, di dare fiducia e sostegno a differenti realtà ecclesiali pur nell’imperfezione (234)
- La storia del cristianesimo e anche una vicenda di entusiasmo (…) Il grande rischio delle crisi è accontentarsi di sopravvivere, fissi sul presente e confrontandosi solo con un passato migliore (235)
- La crisi non è declino, o forse è declino di modelli di ieri. È anche logico che il passato declini: soprattutto la crisi è un passaggio verso il futuro, non solo di generazione, ma di concezione del mondo (239)
- Il cristianesimo, più che un’istituzione da conservare il più possibile, è una realtà del nostro futuro. Più che difendere le posizioni del passato o talvolta i loro resti, c’è da realizzare una scoperta del cristianesimo come parte integrante del futuro (239)
- Il cristianesimo è uno dei fattori della coesione della società, ma anche della fraternità tra le nazioni. È una garanzia dell’umanità. La parola di Dio non è intrappolata nelle forme di ieri, non passa (240)
- Lo spirito del declino porta una “senilità” che spinge a guardare indietro, a non osare, a conservare, ad accettare con rassegnazione la modestia del presente (140)
- Chi crede sa che la storia dei credenti non è solo la propria, ma è animata dallo Spirito. E poi tutto può cambiare! (241)
- La storia è piena di sorprese, che sono doni e, allo stesso tempo, realizzazioni umane, frutto delle correnti profonde che abitano la vicenda dei popoli e del mondo (241)
Andrea Riccardi
La Chiesa brucia. Crisi e futuro del cristianesimo
Editori Laterza
Bari 2021
248 pp.
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