26 de diciembre de 2019

45 sottolineature della "Introduzione allo spirito della liturgia" di Joseph Ratzinger

  1. L'uomo non può "farsi" da sé il proprio culto: egli afferra solo il vuoto, se Dio non si mostra (17)
  2. Persino i sistemi decisamente ateistici e materialistici hanno realizzato nuove forme di culto, che risultano però solo illusorie e che inutilmente cercano di nascondere la loro nullità nella loro ampollosa millanteria (17)
  3. Lo scopo del culto e lo scopo della creazione nel suo insieme è lo stesso: la divinizzazione, un mondo di libertà e di amore (24)
  4. La liturgia cristiana è liturgia in cammino, liturgia del pellegrinaggio verso il cambiamento del mondo, che avverrà quando Dio sarà “tutto in tutti” (47)
  5. La celebrazione non è solo rito, non è solo un ‘gioco’ liturgico, essa vuole essere ‘logike latreia’, trasformazione della mia esistenza in direzione del logos, contemporaneità interiore tra me e l’offerta di Cristo (55)
  6. La liturgia rinvia alla vita quotidiana, a me nella mia esistenza personale (…) Essa mira a far sì che ‘i nostri corpi’ (cioè le nostre esistenze) diventino ‘sacrificio vivente’, in comunione con il sacrificio di Cristo (Rom 12,1) (56)
  7. Il sole simboleggia il Signore che tornerà, l’ultima alba della storia. Pregare rivolti a oriente significa anche dare incontro a Cristo che viene (65)
  8. Questa dimensione cosmica è un elemento essenziale della liturgia cristiana. Essa non si compie mai solo nel mondo che l’uomo si è fatto da sé. Essa è sempre liturgia cosmica – il tema della reazione è parte integrante della preghiera cristiana (67)
  9. Di fronte a ogni evoluzione e cambiamento ci si deve chiedere che cosa corrisponde all’essenza della liturgia e che cosa allontana da essa (70)
  10. Come nella sinagoga si guardava tutti insieme verso Gerusalemme, così qui ci si rivolgeva insieme ‘verso il Signore’ (76)
  11. Niente è più dannoso per la liturgia che mettere tutto continuamente tutto sotto sopra, anche se apparentemente non si tratta di vere novità (79)
  12. Dio ha diritto alla risposta dell’uomo, all’uomo stesso, e dove questo diritto di Dio scompare del tutto si dissolve anche l’ordinamento giuridico umano, perché gli viene a mancare la pietra angolare che tiene insieme il tutto (15)
  13. Dove non è possibile rivolgersi insieme verso oriente in maniera esplicita, la croce può servire come l’oriente interiore della fede (79)
  14. Tra i fenomeni veramente assurdi del nostro tempo io annovero il fatto che la croce venga collocata su un lato per lasciare libero lo sguardo sul sacerdote (80)
  15. Il tabernacolo ha pienamente realizzato lo scopo per cui un tempo esisteva l’arca dell’Alleanza. Esso è il luogo del ‘Santissimo’ (85)
  16. La comunione raggiunge la sua profondità solo quando è sostenuta e compresa dall’adorazione (86)
  17. Una chiesa nella quale la luce eterna arde davanti al tabernacolo, vive sempre, è sempre di più che un semplice edificio di pietra (86)
  18. La domenica non guarda solo indietro, ma anche avanti. Guardare alla risurrezione significa guardare al compimento (93)
  19. La domenica porta in sé una sintesi unica di memoria storica, di richiami alla creazione e di teologia della speranza (94)
  20. La Pasqua diventa la grande festa battesimale, in cui l’uomo compie, per così dire, il passaggio del mar Rosso, esce dalla sua vecchia esistenza per entrare nella comunione con Cristo, il Risorto, e, così, nella comunione con tutti coloro che gli appartengono (99)
  21. I santi costituiscono in un certo modo i nuovi segni zodiacali cristiani, nei quali si rispecchia la ricchezza della bontà di Dio (107)
  22. L'iconoclasmo non è una opzione cristiana (...) La totale assenza di immagini non è conciliabile con la fede nell'incarnazione di Dio (127)
  23. L'immagine di Cristo è sempre icona dell'Eucaristia: essa rinvia, cioè, alla presenza sacramentale del mistero pasquale (129)
  24. Senza fede non c'è arte adeguata alla liturgia (...) Tutti noi dovremmo essere preoccupati di giungere nuovamente a una fede capace di vedere (131)
  25. Il cantare, proprio perché supera il modo usuale di parlare, è come tale un evento pneumatico (136)
  26. Ciò che nei musei può essere solo testimonianza del passato, ammirata con nostalgia, nella liturgia continua a diventare presente vivo (152)
  27. La liturgia non è ‘fatta’ di funzionari. Anche il papa può solo essere umile servitore del suo giusto sviluppo e della sua permanente integrità e identità (162)
  28. La grandezza della liturgia si fonda proprio sulla sua non arbitrarietà (162)
  29. Gli elementi della terra vengono trans-sustanziati, strappati, per così dire, dal loro ancoraggio creaturale, ricompresi nel fondamento più profondo del loro essere e trasformati nel corpo e nel sangue del Signore (169)
  30. È questa la novità e la particolarità della liturgia cristiana: è Dio stesso ad agire e a compiere l’essenziale (169)
  31. Deve essere ben visibile che l’oratio è la cosa che più conta e che essa è importante proprio perché dà spazio all’actio di Dio (170)
  32. Segnare sé stessi con il segno della croce è un sì visibile e pubblico a Colui che ha sofferto per noi (173)
  33. Il segno della croce è una professione di fede: io credo in Colui che ha sofferto per me e che è risorto (173)
  34. Ogni volta che ci facciamo il segno della croce rinnoviamo il nostro battesimo (174)
  35. Penso che questo gesto del benedire, come piena e benevola espressione del sacerdozio universale di tutti i battezzati, debba tornare molto più fortemente a far parte della vita quotidiana e abbeverarla con l’energia dell’amore che proviene dal Signore (180)
  36. Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi; una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale (190)
  37. Tenere lo sguardo fisso su Gesù: è divenuto poi uno dei motivi dominanti degli insegnamenti dei Padri sulla preghiera (193)
  38. Là, dove irrompe l'applauso per opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l'essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta d'intrattenimento a sfondo religioso (195)
  39. La liturgia può attirare le persone solo se non guarda a sé stessa, ma a Dio; se Gli permette di essere presente e di agire (195)
  40. Questo legame tra liturgia e serena e gioiosa mondanità ("Chiesa e osteria") è sempre stato considerato tipicamente cattolico e lo è per davvero (196)
  41. Spalancando le braccia, preghiamo il Crocifisso, facciamo nostri i suoi sentimenti (199)
  42. Queste braccia spalancate sono anche aperte verso di noi, sono il grande abbraccio con cui Cristo ci vuole attirare verso di sé (Gv 12,32) (199)
  43. L'unità del rito dona l'esperienza reale della ‘communio’; dove esso è interiormente rispettato e allo stesso tempo percepito nella sua vitalità, la molteplicità e l'unicità non sono più in contrapposizione (199)
  44. Diventiamo sempre più chiaramente consapevoli che la liturgia implica anche il tacere (205)
  45. Gli elementi [della terra] diventando sacramenti grazie al loro legame con la storia unica e irripetibile di Dio con gli uomini in Gesù Cristo (220)

Joseph Ratzinger
Introduzione allo spirito della liturgia
San Paolo
Alba 2001
231 pp.

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