- Grazie al web siamo tutti diventati "vicini": non c'è scritto da nessuna parte che questo ci rende automaticamente dei "buoni vicini", è qualcosa che dobbiamo conquistare giorno per giorno.
- È ora di imparare a confrontare le nostre opinioni sempre, senza litigare, ma trovandovi gusto e soddisfazione.
- Le decisioni migliori nascono dal disaccordo e dalle idee divergenti.
- Senza il confronto, quando si sta sempre tra condiscendenti, si finisce per vivere di imitazione e di conformismo.
- Sembra banale dirlo, ma al di là di ogni differenza il sorriso attrae, la severità respinge.
- Sintonizzarsi con i sentimenti, e non solo con gli intelletti, è la via per farsi ascoltare.
- Il sorriso trapelerà tra le righe di ciò che scriviamo.
- I numeri e i dati, se attendibili, sono capaci di far convenire su uno stesso terreno chi sta discutendo.
- La disputa tra differenti visioni è sempre un momento più relazionale che intellettuale: parlare usando espressioni vive, significative, comprensibili, scaturisce dalla preoccupazione e dall'interesse sincero per le persone coinvolte.
- Per non litigare occorre partire da tre operazioni davvero alla portata di tutti: rifiutare il pensiero binario (favorevole o contrario), tenere a mente la maggioranza silenziosa, distaccare il proprio ego dai temi che affrontiamo.
- Ogni volta che il discorso tende a finire in un bivio elettorale (stai con A o con B), bisogna immediatamente rivolgere l'attenzione alla possibilità che ci siano anche le opinioni C, D, E, F.
- La realtà, soprattutto quando si parla di temi complessi, non si riduce mai a due nette alternative in contrapposizione.
- Si entra in disputa per conoscere e per capire ciò che ha da dire l'altro, per imparare qualcosa.
- I giudizi ad hominem sono una forma di deindividuazione dell'altro: la selezione di un tratto e l'omissione di altri impedisce di intenderlo nella sua originalità e complessità.
- La retorica del "gruppo a cui appartieni" non permette il vero il vero confronto.
- Un grande potere che abbiamo ogni volta che conversiamo: possiamo lasciar cadere.
- Contro il potere dell'ignoranza, che spesso spinge a provocare, va opposto il potere di ignorare le provocazioni quando si presentano.
- Le parolacce e gli insulti, infatti, per essere colti come ironici richiedono un alto grado di intimità e sensibilità comune tra gli interlocutori.
- Le piattaforme dei social network, con i loro algoritmi che offrono contenuti in base agli interessi espressi dagli utenti, tendono a favorire l'effetto delle bolle, della coesione tra omogenei e quindi delle polarizzazioni.
- Effetto echo chamber: gli utenti su Facebook tendono a sviluppare coesione con chi ha opinioni simili e a polarizzarsi scartando e opponendosi a chiunque porti nella discussione visioni divergenti.
- È giunto il momento di uscire dai bunker delle nostre "zone sicure", soprattutto da quelle che ci creiamo da soli, circondati da chi è d'accordo con noi.
- Disputare felicemente non è solo questione di tecniche di comunicazione più o meno efficaci, ma dipende dalla capacità di uscire dalla "zona sicura" delle nostre conoscenze assodate.
- Se mettiamo sempre e solo like e condividiamo solo ciò che già conferma i nostri pregiudizi, stiamo dando luce verde per farci chiudere sempre di più in una bolla compiacente.
- Sui social è bene avere a che fare con tutti tranne con coloro che diffondono notizie infondate, bufale, ecc.: semplicemente non servono e inquinano.
- Conviene escludere chi è polarizzato, aggressivo, ideologico, soprattutto se lo fa su cose sulle quali siamo d'accordo: non aggiunge niente e ci "sporca" la finestra, che deve essere invece il luogo in cui vediamo il resto del mondo.
- Cercare di farsi capire prima di prendere posizione fa diventare più umili, ironici, creativi e, spesso, anche più rilassati.
- Rielaborare: Intervenire non per esprimere consenso/dissenso ma per aggiungere o aprire nuove possibilità.
- Avere la mentalità di chi sa "pubblicare in bozza": parlare e proporre temi ammettendo che ci sarà sempre qualcuno che ne sa di più.
- L'ironia è diversa dal sarcasmo. La prima è umile, è rivolta anzitutto a se stessi, e non se la prende con nessuno.
- Come si fa a ironizzare? Occorre attuare un distacco da se stessi osservando la scena come dal di fuori, togliendo importanza al proprio orgoglio.
- Prendi sul serio che ti contraddice, guardati da chi ti compiace.
- Ricomincia, ripeti, ribadisci sempre; la disputa è continua.
Bruno Mastroianni
La disputa felice
(Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico)
Franco Cesati Editore
Firenze 2017
No hay comentarios:
Publicar un comentario