30 de octubre de 2017

20 tweet per rievocare il Marcovaldo di Italo Calvino

  1. Il semaforo intanto sempre lì accendi e spegni, affannoso, falsamente vivace, stanco e schiavo.
  2. Aperse la finestra: la città non c’era più, era stata sostituita da un foglio bianco.
  3. Il manovale stupì di ritrovarsi tra quelle mura sempre uguali, come se il cambiamento che aveva annullato il mondo di fuori avesse solo risparmiato la sua ditta.
  4. Agli occhi di Marcovaldo si ripresentò il cortile di sempre, i grigi muri, le casse del magazzino, le cose di tutti i giorni spigolose e ostili.
  5. Il freddo ha mille forme e mille modi di muoversi nel mondo: sul mare corre come una mandria di cavalli.
  6. [Il freddo] sulle campagne si getta come uno sciame di locuste, nelle città come lama di coltello taglia le vie e infila le fessure delle case.
  7. Marcovaldo risentì un’ondata del sentimento di quand’era arrivato giovane alla città, e da quelle vie, da quelle luci era attratto come se ne aspettasse chissà cosa.
  8. Vedeva i film due volte, usciva solo quando il cinema chiudeva; e col pensiero continuava ad abitare quei paesaggi e a respirare quei colori.
  9. Tram, semafori, locali al seminterrato, fornelli di gas, magazzini e reparti d’imballaggio, gli facevano svanire lo splendore del film in una tristezza sbiadita e grigia.
  10. “Devo cecare un posto, —si disse—, dove l’acqua sia davvero acqua, i pesci davvero pesci. Lì getterò la mia lenza”.
  11. Il GNAC era una parte della scritta pubblicitaria SPAAK-CONGNAC sul tetto di fronte, che stava venti secondi accesa e venti spenta, e quando era accesa non si vedeva nient’altro.
  12. La luna non l’ha messa una ditta. È un satellite, e c’è sempre.
  13. Nella sua vita gli pareva di non aver mai avuto tante soddisfazioni come da questa pianta.
  14. Marcovaldo stava portando a spasso la famiglia. Essendo senza soldi, il loro spasso era guardare gli altri fare spese.
  15. Il cielo era diviso tra correnti di fumo nero e correnti di schiuma iridata, e in qualche mulino di vento pareva che lottassero.
  16. A furia di riempire treni e ingorgare autostrade, al 15 del mese se ne erano andati proprio tutti. Tranne uno. Marcovaldo era l’unico abitante a non lasciare la città.
  17. La città dei gatti e la città degli uomini stanno l’una dentro l’altra, ma non sono la medesima città.
  18. Marcovaldo, certe volte, per passare il tempo, seguiva un gatto.
  19. È una città di intercapedini, pezzi di luce, canali d’aerazione, passaggi carrabili, piazzole interne, accessi agli scantinati.
  20. [A dicembre] ogni ditta si sente in dovere di comprare un grande stock di prodotti da una seconda ditta per fare i suoi regali alle altre ditte.
  21. In magazzino, il bene —materiale e spirituale— passava per le mani di Marcovaldo in quanto merce da caricare e scaricare. 

Italo Calvino
Marcovaldo (ovvero Le stagioni in città)
Mondadori
Milano 1994
140 pagine

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